La piattaforma per lo sviluppo regionale in Svizzera

Inviato da jbellwald il Mar, 28.09.2021 - 15:21

Modulo Conoscenze

 

Definizione

Definizione di economia circolare

L’economia circolare rappresenta un approccio integrato che prende in considerazione l’intero ciclo di produzione, dall’estrazione delle materie prime al riciclaggio, passando per le fasi di concezione, produzione, distribuzione e utilizzazione, con quest’ultima che dovrebbe essere quanto più lunga possibile (vedi infografica UFAM, 05.12.2019). Se si riesce a chiudere il ciclo dei materiali e dei prodotti, le materie prime possono continuare a essere riutilizzate con grandi benefici non solo per l’ambiente ma anche per l’economia regionale.

Interaktive Grafik: ID 3  

Principi dell’economia circolare

Orientamenti di fondo

    • Icon nachhaltige Nutzung von Ressourcen

      Utilizzo sostenibile delle risorse: vanno impiegate soprattutto risorse rinnovabili o provenienti dall’agricoltura, dalla silvicoltura e dalla piscicoltura locali. L’obiettivo generale è creare valore salvaguardando al tempo stesso i cicli naturali e gli ecosistemi. Le risorse non rinnovabili vanno utilizzate con parsimonia, preservandone il più a lungo possibile la qualità prima di riciclarle e reimmetterle nella catena del valore.

    • Icon Nutzung erneuerbarer Energien

      Utilizzo di energie rinnovabili: vanno impiegate soprattutto energie rinnovabili provenienti idealmente da fonti geograficamente vicine e il loro utilizzo deve essere il più efficiente possibile.

       

    • Icon Verwendung von Materialien und Substanzen

      Impiego di materiali e sostanze idonei: vanno utilizzati materiali e risorse di alta qualità, separabili e – se necessario – riciclabili, che non siano nocivi né per l’ambiente né per la salute. Possibilmente, i cicli devono essere chiusi impiegando materiali e sostanze compostabili e/o fermentabili.

 

Architettura dei cicli dei materiali e dell’energia

I cicli dei materiali e dell’energia sono concepiti in modo tale da ridurre al minimo il consumo di risorse, i rifiuti, le emissioni e le perdite di energia. L’obiettivo può essere perseguito in tre modi:

  • Ridimensionamento dei cicli dei materiali e dell’energia – per esempio tramite aumenti di efficienza e risparmi nonché privilegiando l’impiego di materie prime e fonti energetiche rinnovabili.
  • Rallentamento dei cicli dei materiali e dell’energia – per esempio prolungando la durata di vita dei prodotti grazie a un design modulare che ne consenta una facile separazione in singoli componenti. Anche il reimpiego di prodotti mediante cessioni, vendite o scambi ne aumenta l’intensità di utilizzo e favorisce il rallentamento dei cicli
  • Chiusura dei cicli dei materiali e dell’energia grazie alla raccolta, al riciclaggio e al trattamento di prodotti e sostanze, in modo da ottenere materie prime secondarie da reimmettere in circolo. 

Valore aggiunto

Valore aggiunto per le città, le regioni e l’economia locale

Oltre a ridurre l’impatto ambientale delle attività di produzione, l’economia circolare permette di creare valore aggiunto economico nelle città e nelle regioni.

  • Minore dipendenza dai flussi commerciali globali: durata di vita dei prodotti superiore, maggiore efficienza e più riciclaggio consentono di rallentare e chiudere i cicli economici delle risorse. Si riducono così la dipendenza dai flussi commerciali globali e i rischi di penuria di risorse.     
    Esempio: presentazione su Star’terre 
  • Maggiore creazione di valore a livello regionale: la «rilocalizzazione» di catene di creazione del valore in ambito locale, regionale e nazionale offre l’opportunità di accrescere la produzione decentralizzata. Questo garantisce alla popolazione, anche in caso di crisi, l’accesso a prodotti di qualità su cui fare affidamento. Inoltre, buona parte del valore aggiunto creato resta nel Paese.     
    Esempio: presentazione sul parco regionale dello Chasseral
  • Rafforzamento del potenziale di innovazione: l’economia circolare costituisce terreno fertile per modelli d’affari innovativi, in particolare se combinata alla digitalizzazione. 
  • Creazione di posti di lavoro: un tessuto economico orientato alla circolarità favorisce il mantenimento e la creazione di posti di lavoro locali da parte delle imprese regionali. A beneficiarne è quindi anche la manodopera qualificata residente in zona.

I punti di forza dell’economia svizzera, come la manodopera ben formata e il potenziale in termini di innovazione, possono così essere ulteriormente valorizzati e la resilienza delle regioni può consolidarsi sul lungo periodo. L’economia circolare non è uno scopo in sé, ma uno strumento volto a favorire un consumo di risorse tollerabile e, di rimando, uno sviluppo sostenibile.

Esempio: presentazione sul valore aggiunto dell’economia circolare nella regione di Bienne (in francese).

Economia circolare e PMI


Possibilità di intervento 

Quali possibilità di intervento hanno le regioni e le città?

Oltre alle fasi del ciclo riportate nel grafico e agli esempi corrispondenti, vi sono diverse altre possibilità di intervento che permettono di integrare l’approccio di economia circolare nella realtà e nella pratica quotidiana delle città o degli enti regionali per lo sviluppo.   

  • Informazione / sensibilizzazione su un nuovo tema nell’ambito dei canali già utilizzati  

     

    Information

    Situazione iniziale

    La regione utilizza un formato (p. es. serata tematica) per sensibilizzare e fornire informazioni su temi attuali per i comuni, le aziende o la popolazione.

    Obiettivi

    • I principi, le possibilità e gli approcci dell’economia circolare sono comunicati in modo semplice e accessibile
    • Gli attori sono resi più consapevoli
    • Le aziende possono cooperare e rafforzare i contatti con i comuni e la regione.

    Attori / partner / collaborazioni

    Informazione e networking per i comuni e le imprese (eventualmente per la popolazione).

    Modo di procedere

    • L’ente regionale per lo sviluppo (ERS) identifica i temi e i settori importanti per la regione e le aziende
    • L’ERS trova uno o due relatori e appronta il programma
    • Invita all’evento i comuni, le aziende e, se del caso, la popolazione.

    Materiali

    Per esempio

  • Coordinamento degli appalti pubblici: i comuni come gruppo target

    Il processo di acquisto è una delle fasi cruciali nell’economia circolare. Alle regioni compete un ruolo chiave nella definizione dei criteri relativi agli acquisti delle entità pubbliche.

    Beschaffung

    Situazione iniziale

    • Durante una riunione di un’associazione intercomunale viene annunciato che uno o più comuni procederanno a un grosso acquisto (p. es. arredi scolastici, mobili per ufficio, veicoli)
    • La regione viene informata dell’intenzione di un comune di procedere all’acquisto di beni e durante una riunione dell’associazione intercomunale evidenzia i vantaggi offerti dal coordinamento degli appalti pubblici circolari. 

    Obiettivi

    • La regione e/o il comune vogliono svilupparsi in modo sostenibile
    • I comuni vogliono beneficiare delle opportunità che gli appalti pubblici circolari coordinati offrono.

    Attori / partner / collaborazioni

    • Comuni
    • Istituzioni, p. es. scuole.

    Modo di procedere

    • L’ente regionale per lo sviluppo (ERS) menziona il tema dell’economia circolare durante la riunione dell’associazione intercomunale
    • L’ERS chiede se altri comuni della regione prevedono di acquistare gli stessi beni
    • L’ERS evidenzia il valore aggiunto offerto dal coordinamento degli appalti pubblici circolari
    • Se viene indetta una gara d’appalto, il comune o i comuni inseriscono i criteri di circolarità nel bando.

    Materiali

    Per esempio

    • Serie di eventi sull’impatto degli appalti circolari 
    • Video, scheda informativa sugli appalti pubblici
    • Elenco di prodotti circolari che possono essere acquistati in modo semplice, efficace e coordinato
    • Presentazione che illustra il valore aggiunto degli appalti circolari (coordinati).

    La piattaforma delle conoscenze degli appalti pubblici sostenibili (PAP) mette a disposizione dei servizi d’acquisto del settore pubblico informazioni e strumenti inerenti agli appalti pubblici sostenibili. 

    Sulla piattaforma Kompass Nachhaltigkeit, aziende e responsabili degli acquisti pubblici possono inoltre trovare informazioni pratiche su come integrare criteri sociali ed ecologici nei processi di approvvigionamento. 

    Il centro di competenza per gli appalti pubblici circolari Prozirkula propone una banca dati di conoscenze, offerte di consulenza e formazione continua come pure opportunità di messa in rete per promuovere appalti pubblici improntati all’economia circolare. Una presentazione sugli appalti pubblici circolari elaborata da ProZirkula evidenzia i vantaggi e le possibilità offerti dall’acquisto di prodotti circolari. 

  • Affrontare un problema che riguarda una risorsa / un settore adottando un approccio di economia circolare

    Se una regione o una città è confrontata con un problema che riguarda una risorsa (secondaria) oppure con una carenza o un’eccedenza di una risorsa, può cercare una soluzione e/o nuovi modelli d’affari avvalendosi dell’approccio di economia circolare e della collaborazione con gli attori interessati. 

    Ressource

    Situazione iniziale

    • La regione ha un problema con una determinata risorsa o un determinato settore
    • La scarsità di una risorsa, p. es. l’acqua, si ripercuote sull’industria, sui comuni, sull’agricoltura ecc.
    • L’eccedenza di una risorsa, p. es. il legno, impedisce di sfruttare pienamente il potenziale della catena del valore.

    Obiettivi

    • Vengono trovate soluzioni per una situazione di scarsità o di eccedenza di una o più risorse
    • Le sfide di un settore vengono affrontate con un approccio di economia circolare
    • La creazione di valore nella regione viene mantenuta o aumentata.

    Attori / partner / collaborazioni

    • Regione
    • Aziende
    • Associazioni di settore/categoria
    • Cantone.

    Modo di procedere

    • Contattare gli attori interessati del settore/della risorsa per identificare il problema
    • Coinvolgere una persona esperta
    • Determinare la situazione di partenza/i flussi di materiale
    • Costruire un progetto concreto con le parti interessate
    • Adeguare/sviluppare i modelli d’affari.

    Materiali

    Per esempio

    • Argomenti che spiegano perché la regione può affrontare il problema legato alla risorsa/al settore con un approccio di economia circolare
    • Elenco di persone e aziende che conoscono in modo approfondito determinate risorse e il loro utilizzo circolare (riciclo)
    • Elenco di esperti (persone che conoscono il settore / il metodo)

    Per analizzare le catene del valore di determinate risorse è utile porsi una serie di domande: 

    • Alimentazione, sostanze nutritive – Come possono essere impiegate in modo mirato e recuperate le sostanze nutritive nella produzione agricola?     
      Esempio: acquacultura ed economia circolare alla Tropenhaus di Frutigen
    • Acqua – In cosa consiste una gestione sostenibile dell’acqua a livello regionale? Come può essere garantito il consumo idrico per la produzione agricola in un’ottica di sostenibilità?
    • Costruzione ed edifici – Come si possono riutilizzare i materiali edili in modo da ridurre al minimo i rifiuti? Esistono alternative?
    • Elettronica – Come si possono recuperare le terre rare dai rifiuti elettronici?
    • Imballaggio – Come si può ridurre il consumo di materiale da imballaggio o limitare l’impatto della logistica tramite imballaggi adeguati?
    • Batterie e veicoli – Come possono essere reimpiegate nella regione le vecchie batterie per altri processi (p. es. come accumulatori di energia)?
    • Plastica – La plastica può essere sostituita da materie prime rinnovabili o si possono utilizzare materie plastiche secondarie?
    • Legno – Come si può accrescere la creazione di valore regionale grazie al legno?
    • Tessuti – Come possono essere riutilizzati i tessuti?

    Se ad essere analizzato con l’approccio di economia circolare è un settore, è possibile puntare a uno sviluppo coordinato e integrato.

    • Settori specifici

      • Settore agroalimentare

        In Svizzera, il potenziale in termini di valorizzazione della produzione agricola nell’ambito di un modello circolare è elevato. Sono molte infatti le iniziative che puntano a ripristinare il ciclo naturale di produzione, valorizzazione e compostaggio (per esempio Ricoter:)

        Grandi potenzialità risiedono anche nei progetti volti a evitare o valorizzare i rifiuti alimentari:

         

        Un tema di grande interesse e attualità è quello dello sfruttamento delle risorse idriche nelle regioni. L’UFAM mette a disposizione strumenti pratici per la pianificazione a livello regionale.

      • Settore del legno

        Ogni anno, in Svizzera, vengono utilizzati circa dieci milioni di metri cubi di legno, importati principalmente da Germania e Austria. Le potenzialità in termini di impiego e valorizzazione della materia prima locale sono quindi importanti.

        Nel Canton Vaud, dove l’utilizzo del legno quale fonte energetica locale e rinnovabile beneficia di incentivi cantonali diretti, è stato lanciato uno speciale programma (Programme Bois) volto a coinvolgere maggiormente il settore del legno nell’economia regionale. L’impiego del legno quale materiale da costruzione contribuisce quindi al mantenimento di posti di lavoro decentrati lungo la catena di creazione del valore, in particolare nelle regioni rurali e periferiche della Svizzera.

      • Settore dei rifiuti

        La Svizzera è ai primi posti a livello internazionale per quanto riguarda la quantità di rifiuti pro capite prodotti. Il potenziale da sfruttare in termini di riduzione e riutilizzo dei materiali di scarto è dunque grande. Storicamente, la valorizzazione delle sostanze e delle energie residuali del processo di incenerimento dei rifiuti vanta una lunga tradizione in Svizzera. Da qualche tempo stanno guadagnando in importanza anche le questioni del recupero del CO2 e della gassificazione dei rifiuti organici.

        Ne è un esempio il processo di metanizzazione. Nell’ottica dell’economia circolare, è importante anche il reimpiego diretto di prodotti di scarto, come nel caso dell’azienda Freitag che ricicla i teloni degli autocarri per fare borse e accessori.

        Questo è un modo per sviluppare e ampliare nuovi processi di riciclo. Tuttavia, perché questi modelli abbiano successo, occorre trovare acquirenti per le materie prime secondarie. 

        Gli enti regionali per lo sviluppo o le città possono svolgere un ruolo di supporto in questa fase, creando sinergie tra le aziende interessate, identificando insieme a loro le potenzialità e sviluppando soluzioni per l’utilizzo delle risorse secondarie.

      • Settore della costruzione

        Il settore della costruzione impiega in Svizzera oltre 500 000 addetti e genera circa il 10% del PIL nazionale. In termini di quantità, è anche la principale fonte di rifiuti, precedendo di gran lunga l’industria e le economie domestiche private. Nella costruzione vi è quindi un grande potenziale per quanto riguarda l’utilizzo di materiali riciclabili e l’impiego di risorse locali.

        La riciclabilità riguarda in particolare il cemento e i suoi derivati, ma può estendersi anche ad altri ambiti, per esempio con l’impiego di materiali da costruzione e isolanti naturali, producibili a livello regionale, come l’argilla o la canapa.

        La piattaforma Circular Building Industry Innovation Booster (CBI-Booster) mira ad agevolare la transizione verso un’economia circolare nel settore svizzero della costruzione. Mette a disposizione il know-how e offre la possibilità di sviluppare, testare e migliorare approcci di economia circolare. Nella piattaforma si trovano idee, contatti di esperti del settore e informazioni sul finanziamento iniziale.

        Esempio: presentazione «I cantieri: la principale fonte di rifiuti in Svizzera» (in tedesco)

      • Settore dell’arredamento

        In Svizzera, la cifra d’affari della vendita di mobili e oggetti di arredamento ammonta complessivamente a circa 3,8 miliardi di franchi all’anno. Nell’ottica dell’economia circolare, si individuano grandi potenzialità soprattutto nell’impiego di materie prime pregiate riciclabili, nella corretta manutenzione dei materiali nonché nello smaltimento e nella rivalorizzazione dei prodotti.

        L’iniziativa «Make furniture circular», patrocinata dal Fondo pionieristico Migros e dalla Fondazione Pusch, promuove l’attuazione coerente di principi dell’economia circolare nel campo della produzione di mobili.

        In ambito privato si sono affermate da tempo forme di riutilizzo e vendita dell’usato. Basti pensare al grande numero di rigattieri e commercianti di antichità presenti in Svizzera.

        Anche nel settore dei mobili d’ufficio sono in atto iniziative innovative in materia di produzione e certificazione. Un ulteriore, importante, potenziale risiede nell’utilizzo di seconda mano, per scopi commerciali o privati, di mobili e arredi ad uso ufficio o alberghiero.

      • Settore metalmeccanico ed elettrico

        L’industria metalmeccanica costituisce tradizionalmente un pilastro delle esportazioni svizzere. Negli ultimi 30 anni, tuttavia, il numero di posti di lavoro offerti dal settore in Svizzera si è notevolmente ridotto a causa delle esternalizzazioni in altri Paesi. Malgrado questa tendenza, molte aziende di nicchia si sono mostrate resilienti e le loro potenzialità ai fini dell’economia circolare sono considerevoli, in particolare per quanto riguarda la costruzione, la fabbricazione e la commercializzazione di macchinari a livello locale o nazionale.

        Manutenzioni e riparazioni regolari possono prolungare la durata di vita di macchine e apparecchiature. Alcuni fornitori hanno per esempio sviluppato offerte di remanufacturing, sulla falsariga del fabbricante di macchinari da costruzione Caterpillar.

        Altri hanno messo a punto modelli di noleggio di macchinari e motori oppure piattaforme per lo scambio di conoscenze o per la consulenza, che consentono agli operatori del settore di apprendere a utilizzare le risorse disponibili in modo più efficiente ed ecologico.

  • Progettare e gestire zone di attività secondo i principi dell’economia circolare

    Arbeitszone

    Situazione iniziale

    • Un’area viene profondamente modificata, per esempio in seguito alla rilocalizzazione di una grande azienda, alla pianificazione di un’infrastruttura (strada, stazione ferroviaria, rete di teleriscaldamento ecc.) o a una problematica legata alla pianificazione territoriale
    • È in programma la revisione del piano direttore regionale.

    Obiettivi

    • Lo sviluppo sostenibile delle aree e dei siti è integrato in uno strumento (piano direttore regionale, piano di utilizzo)
    • Le aziende riconoscono le opportunità offerte dall’economia circolare per lo sviluppo del loro modello d’affari
    • Si è provveduto a elaborare un piano di economia circolare per un’area.

    Attori / partner / collaborazioni

    • Regione
    • Comuni
    • Esperti / pianificatori (del territorio)
    • Eventualmente autorità cantonale. 

    Modo di procedere

    • L’ente regionale per lo sviluppo (ERS) intervista le aziende interessate per identificare le problematiche/sfide e gli interessi in gioco
    • L’ERS lancia un progetto che coinvolge il comune interessato, il Cantone e le organizzazioni rilevanti, i quali possono anche cofinanziare il progetto
    • L’economia circolare è utilizzata come metodo per sviluppare siti sostenibili.

    Materiali

    Per esempio

    • Scheda informativa/video sullo sviluppo sostenibile di un sito grazie all’approccio di economia circolare
    • Banca dati degli esperti: pianificatori e società di consulenza che integrano i principi di economia circolare.

    Servizi condivisi e cooperazioni    
    Il potenziale dei servizi condivisi e delle cooperazioni tra aziende in ambito regionale è consistente. La creazione di valore nella regione può aumentare grazie a nuovi modelli d’affari o al risparmio di risorse a diversi livelli. La cooperazione tra aziende può permettere la valorizzazione di sottoprodotti, come avviene per esempio a Hinwil, dove il calore residuo fornito dal locale inceneritore (KEZO) e il CO2 estratto dall’aria da Climeworks sono impiegati dall’azienda Gebr. Meier Primanatura AG per la produzione di ortaggi.

    Se l’obiettivo è valorizzare sottoprodotti specifici, è opportuno procedere a un’analisi del potenziale inerente alle risorse. 

    È anche possibile utilizzare e gestire in modo condiviso servizi come la messa a disposizione di spazi per seminari e di offerte di ristorazione, la formazione e la formazione continua del personale, l’utilizzo di parchi veicoli o infrastrutture al fine di evitare doppioni e di utilizzare al meglio le risorse esistenti.

    Sviluppo strategico

    I principi dell’economia circolare possono essere applicati anche a livello di zona di attività, al fine di raggruppare flussi di risorse e servizi. 

    L’approccio di economia circolare può servire anche per analizzare in un’ottica globale lo sviluppo di una zona di attività o di una priorità di sviluppo sotto forma di piano programmatico. In questo modo lo sviluppo strategico può rappresentare una pietra miliare per l’attuazione dell’economia circolare nella zona considerata. Anche la pianificazione del territorio ha un ruolo da svolgere.
     

  • Integrazione dell’economia circolare nella strategia di una regione su iniziativa della regione stessa o su incarico del Cantone 

    Strategie

    Situazione iniziale

    • La regione vuole integrare una strategia di economia circolare nella strategia esistente
    • Il Cantone recepisce l’economia circolare nel programma di attuazione e incarica la regione di integrarla nella sua strategia.

    Obiettivi

    • Viene elaborata e consolidata una strategia
    • Gli attori regionali rilevanti sono integrati nel processo di elaborazione della strategia e possono parteciparvi.

    Attori / partner / collaborazioni

    • Regione
    • Aziende 
    • Comuni.

    Modo di procedere

    Definire una strategia di sviluppo in base al toolbox:

    • Chiarire le condizioni quadro
    • Definire gli obiettivi e la tabella di marcia con l’aiuto della teoria del cambiamento («Theory of change»)
    • Elaborare scenari di sviluppo e una vision
    • Sintesi e formalizzazione sotto forma di strategia.

    Materiali

    Per esempio

    • Procedura per la definizione della strategia
    • Domande preliminari in vista della definizione della strategia
    • Modello per l’applicazione della teoria del cambiamento 
    • Modulo «Misure con gli attori regionali» del tool Economia circolare
    • Esempio di strategia.

    Se un Cantone incarica la regione di adottare una strategia di economia circolare o se una regione o una città sviluppa su propria iniziativa una strategia di promozione della sostenibilità è possibile consultare i capitoli analisi del potenziale e definizione della strategia.

  • Supportare le iniziative della società e dell’economia per lo sviluppo di progetti di economia circolare o di sostenibilità 

    Projektentwicklung

    Situazione iniziale

    • Sulla base di una strategia della regione, si prevede di avviare progetti che riguardano l’economia circolare o la sostenibilità.
    • Il Cantone integra la sostenibilità o l’economia circolare nel programma di attuazione e invita l’ERS ad avviare e realizzare progetti in questo ambito.

    Obiettivi

    • Nella regione vengono avviati uno o più progetti sul tema dell’economia circolare e/o della sostenibilità
    • I problemi della regione che riguardano le risorse sono stati affrontati. 

    Attori / partner / collaborazioni

    • Regione
    • Aziende 
    • Comuni.

    Modo di procedere

    • Organizzare due o tre serate di informazione e discussione con le aziende, il Cantone e p. es. con i RIS, al fine di sensibilizzare, informare, mettere in rete o identificare temi specifici
    • Organizzare tavole rotonde su temi specifici (appalti, settore specifico, risorse/materie prime, sfida), definire una problematica concreta e individuare l’organismo responsabile
    • Preparare una bozza di progetto, elaborare un progetto e allestire una domanda di aiuto finanziario NPR.

    Materiali

    Per esempio

    • Presentazione di regiosuisse sull’elaborazione di  progetti sul tema dell’economia circolare e della sostenibilità 
    • Elenco dei relatori per un evento informativo
    • Banca dati degli esperti su temi specifici
    • Modello di bozza di progetto.

    Se l’iniziativa parte dalla società, è possibile sostenerla avvalendosi dei moduli dedicati all’analisi del potenziale e alla definizione di misure.

 


Panorama

Contesto istituzionale dell'economia circolare

La Commissione europea ha recentemente elaborato un nuovo piano d’azione per l’economia circolare, il cui obiettivo principale è rafforzare la competitività delle attività economiche proteggendo l’ambiente e garantendo l’uso efficiente delle risorse. Questo strumento è uno degli elementi principali del «Green Deal» europeo, un nuovo programma per la crescita sostenibile in Europa.

Ulteriori informazioni sul piano d'azione per l'economia circolare europea sono disponibili sul sito web della Commissione europea.

Anche in Svizzera l’economia circolare è oggetto di particolare attenzione, come dimostrano soprattutto gli interventi parlamentari (iniziative, interpellanze e postulati) presentati gli scorsi anni.


Eventi

Eventi legati dell'economia circolare

Sulla piattaforma di Circular Economy Switzerland sono pubblicate regolarmente segnalazioni di eventi e manifestazioni volti a promuovere l’economia circolare e lo scambio di esperienze o a sostenere attori pubblici e privati.

L'elenco dei prossimi eventi si trova a questo link


Fonti

Le informazioni contenute nel presente modulo si basano sulle esperienze dei team regiosuisse e sulle seguenti fonti:

 

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Submodule

Economia circolare e PMI

Inviato da jbellwald il Mer, 08.05.2024 - 09:16

PMI svizzere: economicamente vincenti e rispettose dell’ambiente grazie all’economia circolare 

Studio sulle PMI dell'economia circolare

Le PMI svizzere devono affrontare una serie di sfide: importanti risorse sono disponibili solo all’estero, molte aziende si sono poste obiettivi climatici ambiziosi e, a livello nazionale e internazionale, gli indicatori vanno nella direzione della conservazione delle risorse e della riduzione degli scarti. L’economia circolare può contribuire al superamento di queste sfide: i suoi modelli commerciali permettono infatti di guadagnare preservando le risorse, risparmiando energia e riducendo gli scarti. Un nuovo studio ha individuato 11 fattori che aiutano le PMI svizzere ad avere successo nell’economia circolare. 

«Siamo convinti che valga la pena lanciare un messaggio contro il consumismo eccessivo e la mentalità dell’usa e getta», afferma Aurel Greiner di revendo. Si tratta di uno dei 15 imprenditori svizzeri di successo che hanno contribuito allo studio raccontando la propria esperienza. La PMI revendo ripara cellulari e tablet usati, aggiorna i software e rivende i device completi di garanzia a nuovi clienti. L’intera operazione, detta ricondizionamento, è uno dei modelli commerciali dell’economia circolare, oltre alla condivisione, al riutilizzo e alla riparazione. Si tratta di strategie che prolungano la vita dei prodotti e sono particolarmente efficienti dal punto di vista delle risorse. Attualmente, la maggior parte delle PMI svizzere opera secondo i principi dell’economia lineare: estrazione di risorse, produzione, vendita, utilizzo e smaltimento dei prodotti. Solo un decimo delle imprese svizzere sta invece puntando in maniera decisa sull’economia circolare.  

Comportamenti rispettosi dell’ambiente: condividere, riutilizzare, ricondizionare 

Poiché rappresentano il 99 % di tutte le aziende svizzere, in questo campo le PMI (max. 250 collaboratori) svolgono un ruolo decisivo. Per aiutarle a trovare la strada giusta verso l’economia circolare e sostenerle nel percorso, l’Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) e la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) hanno commissionato al think tank sanu durabilitas uno studio finalizzato a individuare i fattori determinanti che consentono alle PMI di integrare efficacemente l’economia circolare nei loro modelli commerciali. Lo studio ha analizzato non solo le PMI svizzere già affermate in questo settore, ma anche lo stato della ricerca a livello internazionale, e ha raccolto l’opinione di cinque esperti. 

Si tratta del primo studio che si concentra in maniera specifica sulle PMI impegnate nell’economia circolare in Svizzera e che mette al centro i tre modelli commerciali più rispettosi delle risorse ovvero condividere, riutilizzare e ricondizionare. 

Articolo a cura di sanu durabilitas, autrice: Heidi Schmidt 

11 segreti per avere successo

 

 


 

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    N°1: spiegare qual è il valore aggiunto – illustrare il valore aggiunto del prodotto o del servizio circolare rispetto alla produzione lineare per distinguersi dalla concorrenza attirando così clienti e partner. 

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    N°2: uscire dalla nicchia della produzione ecologica – offrire un’esperienza di consumo tradizionale in modo che i clienti debbano compiere uno sforzo minimo per adattarsi, conquistando così anche clienti al di fuori della nicchia dei consumatori attenti all’ambiente.

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    N°3: proporre un’offerta comoda – dimostrare che proteggere le risorse non è faticoso perché prodotti e servizi possono essere progettati per essere facili da usare.

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    N°4: cambiare le abitudini gradualmente – creare incentivi e offerte che promuovano nuove abitudini di consumo più sostenibili per agevolare il passaggio all’economia circolare. 

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    N°5: essere presenti fisicamente – aprire punti vendita nei centri delle città per fidelizzare la clientela e rendere maggiormente visibili i modelli commerciali dell’economia circolare. 

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    N°6: avere il coraggio di imparare cose nuove – promuovere la cultura imprenditoriale, che sostiene l’innovazione e l’apprendimento di nuove capacità.

  • Mirco Egloff, loopi
    N°1: spiegare qual è il valore aggiunto – «Per noi la cosa più importante è creare valore aggiunto per i nostri clienti e i nostri partner», Mirco Egloff, loopi. loopi offre il noleggio di articoli per l'infanzia come passeggini o rimorchi da bicicletta prodotti in modo sostenibile con l'opzione abbonamento. Ad esempio se il passeggino o il rimorchio non soddisfano più le esigenze, i clienti possono cambiarlo scegliendo un altro modello. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto la comunicazione incentrata sul valore aggiunto: convenienza e flessibilità per i clienti, servizi supplementari per i partner. In questo modo loopi si distingue dai concorrenti dell'economia lineare e conquista nuovi partner.  
  • Kasper Schlaeppi, Rework
    N°2: uscire dalla nicchia della produzione ecologica – «Voglio che i nostri clienti comprino i nostri vestiti perché gli piacciono», Kasper Schlaeppi, Rework. Rework dà una nuova vita ai vestiti usati, che vengono scelti e cuciti insieme ad altri in diverse taglie. Si tratta di una rivoluzione nel settore del second hand fashion. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto che il marchio ha deciso consapevolmente di uscire dalla nicchia della produzione ecologica. Rework offre infatti un'esperienza di consumo tradizionale, fatta di collezioni temporanee, diverse taglie e negozi in pieno centro. Il suo target è il grande pubblico, che cerca di attirare con capi dal taglio moderno, una promessa di unicità e un forte accento sul lato emotivo.   
  • Stefan Maissen, Rent a Bike
    N°3: proporre un’offerta comoda – «Noleggiare una bici da noi è un gioco da ragazzi», Stefan Maissen, Rent a Bike. Rent a Bike, fondata nel 1987, è una delle prime PMI che ha applicato con successo il modello dell’economia circolare. Tra i suoi servizi non c’è solo un noleggio bici semplice e flessibile ma anche diversi pacchetti tutto compreso per privati e aziende che garantiscono bicilette sicure e in ottimo stato. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c’è soprattutto la comodità e la facilità di accesso ai servizi.
  • Ivo Kuhn, Sharely
    N°4: cambiare le abitudini gradualmente – «I prodotti migliori sono quelli che usi raramente e che a comprarli ti costerebbero un sacco», Ivo Kuhn, Sharely. Molti di noi hanno in casa degli oggetti che non usano. Altri hanno bisogno proprio di questi oggetti. Allora perché non noleggiare qualcosa che ci serve da chi ce l'ha anziché comprarlo? Con Sharely è possibile noleggiare online in tutta la Svizzera oggetti di qualsiasi tipo. È una modalità economica, che fa risparmiare spazio e risorse e non ultimo riduce la produzione di rifiuti. Grazie alla garanzia sui pagamenti e alla copertura assicurativa chi noleggia non corre alcun rischio. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto di incentivare i clienti a cambiare le loro abitudini di consumo in maniera graduale.  
  • Anna Mucha, OiOiOi
    N°4: cambiare le abitudini gradualmente – «Grazie al sistema dell'abbonamento le abitudini stanno cambiando», Anna Mucha, OiOiOi. OiOiOi offre il noleggio di vestiti di alta qualità per neonati e bambini prodotti con materiali sostenibili. Il servizio funziona in modo molto semplice: si sceglie il tipo di abbonamento, si seleziona il «fagotto» che arriverà con un pacco postale, si usano i vestiti e quando diventano troppo piccoli si rimandano indietro ricevendo in cambio un fagotto della taglia più grande. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il tentativo di cambiare le abitudini in maniera graduale. L'abbonamento infatti crea un incentivo che aiuta i clienti a staccarsi dal modello di consumo tradizionale (acquistare, indossare e smaltire).
  • Aurel Greiner, Revendo
    N°5: essere presenti fisicamente – «Il 50 % del fatturato viene dalla vendita nelle nostre filiali», Aurel Greiner, Revendo. Revendo commercializza dispositivi digitali usati come smartphone, tablet, ecc. Li ripara, li ricondiziona e li rivende completi di garanzia. Così facendo questa PMI ha trasformato la spinta ad avere sempre l'ultimo modello di un prodotto in un business sostenibile. I prodotti usati per poco tempo vengono infatti rivenduti ai clienti che vorrebbero avere un device più moderno ma non possono permetterselo. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto che i negozi si trovano nelle zone centrali e pedonali delle città. Ciò permette da un lato di fidelizzare la clientela e dall'altro di rendere ben visibile il concetto di economia circolare.
  • François Pugliese, Elite
    N°6: avere il coraggio di imparare cose nuove – «Per seguire questa strada c'è voluto coraggio», François Pugliese, Elite. Elite non vende agli hotel soltanto materassi di altissima qualità ma anche minuti di riposo. Un sensore digitale permette di misurare quale materasso viene utilizzato, quando e per quanto tempo e l'hotel pagherà soltanto in base all'utilizzo effettivo. Questo sistema di leasing consente di monitorare l'usura del materasso, effettuare sostituzioni e garantire ai clienti letti di qualità in perfetto stato. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il coraggio di sperimentare. Per Elite ciò significa anche trovare partner e clienti disposti a provare nuove soluzioni.  
  • Isa Schindler, 2nd Peak
    N°6: avere il coraggio di imparare cose nuove – «Per valutare lo stato dei capi sportivi usati servono competenze che finora non erano richieste», Isa Schindler, 2nd Peak. Dal 2020 2nd Peak compra e rivende attrezzature e capi di abbigliamento per lo sport di montagna e all'aria aperta. Inoltre, fornisce servizi di noleggio, manutenzione e riparazione. Si tratta di un'idea imprenditoriale che non solo offre prezzi vantaggiosi ai clienti, ma permette anche di risparmiare risorse, energia ed emissioni di CO2, riducendo la produzione di rifiuti. Oltre allo shop online 2nd Peak ha aperto una filiale a Berna e una a Zurigo. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il coraggio della fondatrice e del suo team di percorrere nuove strade.
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    N°7: creare uno spazio di manovra finanziario – sviluppare strategie di copertura finanziaria per ridurre il rischio economico e accelerare le innovazioni.

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    N°8: avere una visione chiara e perseguirla – definire una direzione chiara sulla quale basare decisioni e strategie.

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    N°9: non dimenticarsi del mercato – riconoscere le potenzialità del settore business to business per beneficiare delle economie di scala e della trasparenza.

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    N°10: promuovere la collaborazione settoriale ma anche trasversale – avviare e mantenere collaborazioni nell’intero settore, al di fuori di esso e lungo tutta la catena del valore per creare sinergie e superare le sfide collettive.

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    N°11: contribuire attivamente a definire le condizioni quadro – impegnarsi politicamente e socialmente per migliorare le leggi, gli standard, i processi e il know how in materia di economia circolare.

  • Andreas von Euw, BURRI public elements
    N°7: creare uno spazio di manovra finanziario – «BURRI è un'azienda con una lunga tradizione artigianale. Abbiamo applicato l'economia circolare quando ancora nessuno la chiamava così», Andreas von Euw, BURRI public elements. BURRI produce tutto quello che si trova negli spazi pubblici: fermate, panchine, illuminazione, attrezzature per il traffico. Da sempre questa PMI attribuisce grande valore alla sostenibilità, alla disponibilità dei pezzi di ricambio e alla realizzazione di costruzioni smontabili. In particolare, si impegna affinché i prodotti siano riutilizzabili per diversi cicli di vita riparandoli, rinnovandoli o dotandoli di nuove tecnologie. Ogni soluzione prevede un apposito modello di life cycle care (manutenzione ordinaria e straordinaria, noleggio, ecc.). Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto la capacità.
  • Jeannette Morath, reCIRCLE
    N°8: avere una visione chiara e perseguirla – «Siamo sempre rimasti fedeli alla nostra visione», Jeannette Morath, reCIRCLE. reCIRCLE ha messo a punto un'alternativa ai contenitori usa e getta nel settore dell'asporto. Grazie alle scatole e ai bicchieri riutilizzabili ogni anno mense, ristoranti, negozi take away e Comuni  risparmiano milioni di contenitori monouso. I contenitori reCIRCLE infatti possono essere lavati e riutilizzati centinaia di volte. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto di seguire una visione chiara, sulla quale si basano decisioni e strategie.
  • Cristiana Grossenbacher, Loopia
    N°9: non dimenticarsi del mercato –  «Ci siamo resi conto subito che con il B2B potevamo raggiungere un pubblico molto più vasto», Cristiana Grossenbacher, Loopia. Loopia offre soluzioni software per marchi e rivenditori attivi nel settore del riutilizzo grazie alle quali i consumatori possono vendere e acquistare prodotti di seconda mano in un ambiente di e-commerce che conoscono già. Grazie alla sua visione, Loopia rende meno elitari i modelli di business dell'economia circolare: i prodotti usati infatti sono pratici da usare esattamente come quelli nuovi. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto di aver riconosciuto il potenziale della collaborazione B2B, beneficiando così delle economie di scala.
  • Alberto Cerri, öbu – Verband für nachhaltiges Wirtschaften
    N°10: promuovere la collaborazione settoriale ma anche trasversale – «Per poter riutilizzare i componenti edilizi nel migliore dei modi servono catene di fornitura a livello industriale», Alberto Cerri, öbu – Verband für nachhaltiges Wirtschaft (Associazione per una gestione sostenibile). RUSS sta per «Re-Use of Steel Selections», un progetto dell'associazione öbu, che si occupa di gestione sostenibile. Nell'edilizia i profilati d'acciaio si prestano particolarmente bene al riutilizzo, tanto che possono essere smontati e rimontati direttamente in una nuova costruzione. Spesso però questo non succede per mancanza di coordinamento. L'obiettivo del progetto è quello di creare una catena di valore commerciale per l'estrazione, la qualificazione e la distribuzione dei profilati d'acciaio. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto la volontà e la capacità di cercare soluzioni non solo in un singolo settore ma in un'ottica trasversale.  
  • Bigna Salzmann, FREITAG
    N°10: promuovere la collaborazione settoriale ma anche trasversale – «Non si può chiudere il cerchio da soli, serve una cooperazione che vada ben oltre i confini dell’azienda», Bigna Salzmann, FREITAG. Le borse di FREITAG, ricavate da teloni di camion riciclati, sono ormai uno status symbol. Questa PMI, però, non si accontenta di dare una seconda vita ai teloni bensì applica le strategie dell’economia circolare: scambiare, riparare e chiudere i cicli dei materiali. L’azienda si spinge ben oltre i confini del settore e stringe nuove collaborazioni per creare sinergie e superare le sfide con un approccio collettivo. Secondo un recente studio, anche questo è uno dei fattori di successo della PMI.  
  • Karl Martin, sumami
    N°11: contribuire attivamente a definire le condizioni quadro – «Per avere successo dobbiamo collaborare con tutti gli attori del settore edilizio», Karl Martin, sumami. Sumami offre supporto e consulenza nel settore dell'edilizia circolare. L'attenzione è rivolta al consumo di materiale durante la costruzione e al riutilizzo dei materiali da costruzione. Per questo sumami dispone anche di una piattaforma online (useagain.ch) per lo scambio di materiali usati. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto la capacità di collaborare con tutti gli attori del settore immobiliare e anche oltre. L'azienda cerca i propri clienti in maniera proattiva, crea sinergie e supera le sfide con un approccio collettivo. (Foto: ©buserhillphotography.com).

Ostacoli 

Diversi studi dimostrano che in Svizzera il potenziale dell’economia circolare non viene sfruttato appieno, nonostante gli evidenti vantaggi economici, ambientali e sociali. Il motivo è da ricercare nei numerosi ostacoli che le PMI devono affrontare quando vogliono passare ai modelli commerciali dell’economia circolare: 

  • scarsa consapevolezza e conoscenza da parte di clienti e partner; 

  • necessità di modificare strutture e processi ben collaudati; 

  • sforzo psicologico e di tempo per i clienti nel passaggio al nuovo modello; 

  • difficoltà di formulare proposte di valore nel contesto attuale; 

  • mancanza di tempo e di finanziamenti per le innovazioni tecnologiche e lo sviluppo aziendale; 

  • nuove tecnologie non abbastanza mature o troppo difficili da implementare sul piano tecnico; 

  • assenza di know how e di personale qualificato per l’implementazione; 

  • rischio economico dovuto agli alti costi d’investimento e all’incerta disponibilità dei clienti a pagare; 

  • leggi e norme sfavorevoli e mancanza di strumenti di promozione statali. 

I fattori di successo individuati e le raccomandazioni operative rivolte alle associazioni economiche e al settore pubblico aiutano a superare proprio questi ostacoli. Nell’Unione europea alcuni Stati membri stanno procedendo in maniera decisa in questa direzione. Per non compromettere le opportunità concorrenziali delle PMI svizzere impegnate nell’economia circolare è necessario migliorare le condizioni quadro anche in Svizzera. 

Settore pubblico / associazioni / organizzazioni

Sebbene siano fondamentali per lo sviluppo dei modelli commerciali circolari, da sole le PMI svizzere non possono trasformare tutto il Paese in una grande economia circolare. Per questo, lo studio di sanu durabilitas ha anche elaborato delle raccomandazioni per promuovere modelli aziendali basati sull’economia circolare, che spaziano dagli incentivi economici agli strumenti informativi fino agli aspetti normativi.  

Download POLICY BRIEF: Raccomandazioni per la promozione di modelli commerciali basati sull’economia circolare

Informazioni sullo studio

Quali sono le PMI svizzere che applicano con successo i modelli commerciali dell’economia circolare? Cosa le ha aiutate a superare e ad aggirare gli ostacoli? Cosa possono insegnare alle altre PMI? Sono queste le domande che hanno ispirato un nuovo studio sulla diffusione dell’economia circolare. 

Su incarico dell’UFAM e della SECO il think tank sanu durabilitas ha esaminato la letteratura scientifica, intervistato alcune PMI svizzere impegnate con successo nell’economia circolare e raccolto l’opinione di un gruppo di esperti, il tutto condensato nello studio «Economia circolare e PMI: 11 segreti per avere successo». La sintesi dello studio indica alle PMI quali strategie possono aiutarle a «convertirsi» all’economia circolare e come possono superare gli ostacoli che si trovano di fronte. 

Metodologia

Le PMI svizzere selezionate per lo studio appartengono a settori rilevanti dal punto di vista ambientale e devono affrontare una sfida di diffusione (cfr. lo studio di Stucki e Wörter 2022: Statusbericht der Schweizer Kreislaufwirtschaft): edilizia/settore immobiliare, ristorazione, mobilità, settore tessile, elettronica. Tutte queste aziende si affidano a modelli commerciali circolari particolarmente efficienti dal punto di vista delle risorse, come la condivisione, il riciclo e il riutilizzo: 

  • revendo
  • FREITAG
  • Burri
  • Rework
  • reCIRCLE
  • sumami
  • RUSS
  • Loopia
  • 2nd Peak
  • Rent a Bike
  • loopi
  • Codha
  • Sharley
  • OiOiOi
  • Elite

Partendo dall’analisi della letteratura scientifica, i risultati relativi agli ostacoli e ai fattori di successo nell’implementazione dei modelli commerciali circolari sono stati riesaminati in collaborazione con le PMI. I risultati confermano che le PMI impegnate nell’economia circolare che hanno partecipato allo studio si trovano ad affrontare ostacoli simili, come già rilevato dalle ricerche internazionali. Anche i fattori di successo non si discostano in maniera significativa dalle raccomandazioni degli specialisti.  
Ad ogni modo, lo studio ha permesso di approfondire alcuni aspetti specifici che potrebbero essere istruttivi a livello pratico per le PMI. 

Oltre all’analisi della letteratura, è stato applicato il metodo del focus group per la raccolta e l’analisi dei dati qualitativi: le aziende sono state invitate a partecipare a uno dei focus group, suddivisi in base ai modelli commerciali. Per validare e contestualizzare i risultati sono stati interpellati cinque esperti:  

  • Dr. Harald Desing (Empa) 
  • Stéphanie Estoppey (Studiocolony productdesing) 
  • Dr. Rahel Meili (Berner Fachhochschule) 
  • Dr. Fabian Takacs (Università di San Gallo) 
  • Dr. Maja Wiprächtiger (realcycle Gmbh) 

 

Download 11 segreti per avere successo

Download Studie Diffusion von Kreislaufwirtschafts-Lösungen (in tedesco)

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